E’ una nevralgia da irritazione del nervo di Arnold. Quest’ultimo origina dalla branca posteriore della 2° radice cervicale.
Patologia rara, ma non rarissima. Secondo la nostra esperienza, è facilmente confusa con alcune algie craniche, come la cefalea post-traumatica e la cefalea cervicogenica.
Se si escludono le malformazioni della cerniera occipito-cervicale e i tumori della regione del foro occipitale, le cause più frequenti di nevralgia occipitale vanno ricercate nei traumi della regione cervicale, nella patologia degenerativa-artrosica e nell’artrite reumatoide. Tuttavia spesso l’eziologia rimane sconosciuta, anche dopo che sono stati espletati tutti gli accertamenti neuroradiologici del caso (Rx del passaggio occipito cervicale e tratto cervicale, TAC, RM)
Nella forma tipica si tratta di crisi ad esordio spontaneo con dolore a trafitte, che si sviluppano a partire dalla nuca e si irradiano nella regione occipitale, da un lato del capo. Nella forma atipica il dolore è continuo e può essere bilaterale.
Si basa sulla obiettiva possibilità di provocare la comparsa del dolore tipico comprimendo il nervo all’emergenza cranica, nel punto di Arnold, cioè 2 cm a lato della protuberanza occipitale. Inoltre è quasi sempre presente una zona di alterata sensibilità (allodinia, iperestesia – ipoestesia, disestesia ).
La terapia farmacologica è spesso insoddisfacente .
E tuttavia l’uso di farmaci a fronte di diagnosi di nevralgia di Arnold è ovviamente appropriato e raccomandato. I farmaci sono I FANS e gli anticonvulsivanti. Questi ultimi hanno il compito di ridurre le scariche neuronali ectopiche e possono essere utilizzati in associazione con i primi.
Quello che non è utile è insistere con una terapia farmacologica che non porti almeno ad un miglioramento significativo entro le tre -cinque settimane dal primo impiego.
E ‘ anche dannoso, in quanto il dolore neuropatico cronico e/o inveterato diventa difficilmente trattabile ( quanti pazienti vediamo con storia di anni e anni di dolore da Nevralgia di Arnold !)
Può essere altresi indicato infiltrare con corticosteoidi e anestetico locale
La terapia con radiofrequenza
Si tratta di utilizzare il passaggio di correnti ad alta frequenza attraverso un ago infisso previo controllo radiologico, al fine di produrre una term0-lesione del nervo.
Per ovviare alla produzione eccessiva di calore, si raggiungono temperature fino a 90, sono state più recentemente introdotte tecniche di radiofrequenza pulsata , con le quali per l’emissione discontinua della corrente, pulsata appunto, l’effetto termico si riduce della metà circa ( 40°/50°).
Le terapie con microcorrenti ripolarizzanti o neuromodulazione di superficie a controllo software.
Sono queste le risorse tecnologiche da noi prevalentemente utilizzate, che da anni ci consentono di ottenere guarigioni in percentuali molto, molto elevate. Esse si caratterizzano per avere una spiccata efficacia nel trattamento del dolore neuropatico grave ed inveterato , con una fondamentale e ritengo unica caratteristica: quella di avere una azione ripolarizzante realmente neuromodulatrice, in modo tale che l’evoluzione di qualsiasi quadro clinico, che vada verso una completa risoluzione, deve necessariamente passare da una negativizzazione di quei parametri neurologici, a volte fini e raffinati, ma spesso grossolani, che caratterizzavano il quadro clinico del paziente . Esempio x Arnold -> cambiano i parametri relativi ad alterazione della sensibilitaà, rispetto al territorio di innervazione e quindi della disestesia, iperestesia, allodinia etc. Il trattamento assolutamente non invasivo, non ha effetti collaterali di nessun genere, mantenendosi generalmente stabile nel tempo e dunque ad ogni risoluzione del quadro fa seguito un assoluto benessere che, in assenza di qualsiasi trattamento farmacologico, si deve considerare come una guarigione.
Consiste nella sezione del nervo occipitale al di sotto delle fasce muscolari della nuca. La scomparsa dei dolori è immediata e quasi sempre definitiva; le recidive sono rare. Tuttavia, quale complicanza costante e obbligata vi è l’anestesia completa nel territorio di competenza del nervo.
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Bollettino Medico Ospedale di Careggi-Firenze- N .2 Aprile 1995