Patologia post traumatica del rachide

Cervicalgia

Può trattarsi di una condizione di dolore transitorio che si instaura in una struttura molto mobile, tuttavia più vulnerabile delle altre strutture della colonna vertebrale, in quanto più facilmente sottoposta ad eventi traumatici e a situazioni che determinano alterazione del movimento e rigidità oltre al dolore.
Più spesso da considerare una condizione transitoria, la cervicalgia o dolore cervicale assume caratteri di rilievo medico allorché insistendo o mostrando di recidivare, necessita di una appropriata indagine diagnostica e delle cure per far cessare i sintomi.
Le cause più frequenti di cervicalgia sono i traumi da incidenti automobilistici, in ambiente lavorativo e dello sport. Altre cause di cervicalgia di natura intrinseca sono le patologie degenerative o infiammatorie, come la discopatia degenerativa, la protusione e l’ernia del disco, l’artrosi, l’artrite reumatoide.
Alcune volte, raramente, causa di cervicalgia può essere un tumore.

Traumi in antiflessione forzata del capo (colpo di frusta)

Evenienza molto frequente nei sinistri stradali, costituiscono una entità diagnostica, ma piuttosto una modalità di insulto meccanico tipico di una forzata iperflessione del capo, cui fa seguito una iperestensione oltre i normali limiti funzionali.

Quadri anatomo-clinici

A diverse intensità dell’insulto meccanico e a variabili indipendenti – lunghezza del collo, atteggiamento iniziale ed eventuale trauma diretto del capo, formazione di un angolo di torsione per traumi che comportano una deviazione meccanica sull’asse principale – possono fare seguito quadri anatomo/clinici di diversa gravità.
Si va dalle fratture o scivolamenti (dislocazioni vertebrali), con danno midollare compressivo, fino isolate o multiple, alle lesioni legamentose e muscolari, alla tetraplegia*, alla fuoriuscita di ernia discale, alle lesioni radicolari da stiramento o strappo.
*Paralisi che interessa tutti e quattro gli arti

I fattori aggravanti

Tra le condizioni variabili, nel caso da considerare predisponenti, non vanno dimenticate tutte quelle alterazioni già in atto al momento del trauma, che modificando i rapporti tra le strutture nervose e l’astuccio osseo-legamentoso che le contiene, innestano un meccanismo lesivo di tipo “frizione” o anche di “pressione di contatto”, diverso da quello del tipo “allungamento/strappo”.
Queste condizioni sono le discopatie degenerative, le discartrosi, le disco-uncus-artrosi, l’artrosi diffusa, in sostanza tutte le patologie segmentali (limitate ad uno o due livelli) o estese del canale vertebrale.

Meccanismi fisio-patologici del danno mielo-radicolare

Allorché uno spazio perimidollare già compromesso, venga ulteriormente ristretto durante il movimento esasperato dell’iperflessione e dell’iperestensione, si può instaurare un danno midollare o radicolare (poiché una riduzione di soli tre millimetri può danneggiare questo spazio vitale). Nella antiflessione del capo il sacco meningeo si distende in avanti contro gli spigoli ossei e più facilmente in presenza di osteofiti*, determinando o aumentando la possibilità di compressione midollare.

Le ernie discali traumatiche

Il quadro clinico non si differenzia molto da quello delle ernie degenerative.
Qualunque sia il livello vertebrale interessato, le ernie discali traumatiche si manifestano con dolore al rachide (rachialgia), o irradiato agli arti (cervicobrachialgia, cruralgia, sciatalgia) e con deficit neurologico.
Le ernie discali cervicali traumatiche

Nel caso siano interessati i livelli cervicali (ma anche dorsali), laddove è ancora presente midollo, che termina all’interspazio LI/LII, il dolore può essere di tipo “cordonale”cioè proiettato e manifestarsi con formicolio (parestesie) alle braccia e alle gambe, bruciore anche notturno e a volte sensazione di scarica elettrica che percorre la schiena (segno di Lhermitte).

Il quadro clinico esprimerà una sofferenza mono o pluriradicolare, isolata, o in associazione ad una sofferenza midollare.

La Risonanza Magnetica nelle ernie discali traumatiche

Si può osservare, nelle sezioni sagittali in T2, un segnale iperintenso del disco interessato, dovuto ad un normale contenuto idrico. La presenza di un disco non ancora degenerato al momento del trauma, è un ulteriore argomento a favore dell’origine traumatica dell’ernia ed assume un particolare significato per eventuali risvolti medico legali.

La Risonanza Magnetica nelle lesioni legamentose traumatiche

In alcuni casi, alla Risonanza Magnetica, possono essere evidenziate lesioni a carico dei legamenti, si tratti del legamento comune posteriore, dei legamenti gialli, degli interspinosi o sopraspinosi.
L’importanza delle fratture legamentose è legata alla capacità di modificare i meccanismi del gioco articolare e quindi predisporre ad una instabilità del rachide.
Altre cause di cervicalgia di natura intrinseca, sono le patologie degenerative o infiammatorie come la discopatia degenerativa, la protusione e l’ernia del disco, l’artrosi, l’artrite reumatoide.
Alcune volte, raramente, causa di cervicalgia può essere un tumore.

Bibliografia essenziale

BREIG A. Biomechanics of the central nervous system., Stockholm.Almqvist & Wiksell, 1960
BRAAKMAN et.al. Injures of the cervical spine . Amsterdam: EXCERPTA MEDICA FOUNDATION, 1971
BEERS G.J et.al MR Iimaging in acute cervical spine trauma.J .Comput.Assist.Tomogr., 1988, 12, 755
KULKARNI M.V et. al. Acute spinal cord injury: MR Imaging at 1.5 T. Radiology, 1987,164,837
SIGAL.R, et al. IRM De la moelle e du rachis MASSON 1994