Ernia disco L5/S1 con deficit motore pluriradicolare

Un uomo di 58 anni si presenta per un dolore al gluteo e alla gamba destra, di cui fa risalire l’esordio a 2 mesi prima. Dopo una settimana dall’inizio del dolore, si è accorto di una mancanza di forza per i movimenti di flesso-estensione del piede. E’ stato trattato con Fans e chiropratica.

Una RM eseguita di recente mostra un voluminosa ernia del disco pre-intraforaminale destra in L5/S1.
Il riscontro clinico è perfettamente sovrapponibile al quadro RM, vista la sede foraminale dell’ernia che evidentemente comprime la radice di L5 nel forame (dove transita la radice L5) e la radice di S1 alla emergenza.

Esame neurologico

Ipoestesia in territorio radicolare di L5 e S1 a destra. Assente l’achilleo dallo stesso lato. Lasègue + a 80° circa. Impossibile ottenere la posizione eretta sulle punte e la marcia sui talloni.
Diagnosi: deficit motore L5 e S1 da ernia del disco pre-intraforaminale di L5/S1; muscoli interessati: Tibiale anteriore (F =3), Estensore Comune delle dita(3), Estensore Lungo Alluce (3 ), Tricipite-surale (2/3) .
Dolore in territorio sciatico modesto/discreto.
EMG: ridotta la conduzione distale dello Sciatico Popliteo Esterno, non ottenibile la latenza F, ipovoltate le risposte motorie.
Radicolopatia cronica marcatamente irritativa in L5/S1; aumentata la latenza F (SPI alla caviglia), aumentata la latenza H (SPI al poplite)
Come comportarsi ?

Il paziente mi è stato inviato da un collega neurochirurgo, con il quale condivido la medesima linea di comportamento, sulla base di numerose esperienze pregresse, infatti, se si esclude la sindrome della Cauda Equina, che rimane una condizione di estrema urgenza chirurgica, la comparsa di un deficit motore, viene oggi sempre meno considerata una indicazione pressante all’ intervento di discectomia.
In realtà lo stesso si impone solo a fronte di un deficit non stabilizzato, quindi non cronicizzato e/o che comunque progredisce, a fronte di una causa irritativa/compressiva che non ha agito per molto tempo.
Di conseguenza, allorché un deficit motore discogeno, si instaura senza mostrare caratteri di ingravescenza, ma anzi mostra significativi segni di remissione, dopo i trattamenti del caso, che oggi possono essere sempre molto efficaci, l’opzione chirurgica è solo discrezionale e comunque sempre il paziente dovrebbe avere ben chiaro, che la risoluzione chirurgica del conflitto erniario, non assicura affatto la risoluzione di un deficit radicolare ancorchè stabilizzato.
Con ciò voglio intendere che, non vi sono evidenze statisticamente significative di effettivi vantaggi ottenuti in questi casi dalla chirurgia, rispetto ai più validi trattamenti conservativi.

Evoluzione del caso
La risposta alla terapia è stata molto rapida e in maniera marcata, soprattutto relativamente alla flessione dorsale del piede (Tibiale anteriore) ed Estensore Lungo Alluce. Ad una settimana tale ripresa si è fatta significativamente evidente anche per il tricipite surale. Consigliamo sempre ai pazienti con questo tipo di patologia, di mantenere l’arto interessato in movimento, nel senso che non è utile il riposo ma neanche una attività che sottoponga i muscoli interessati ad una ripetitiva e faticante attività. Segui ….

30.giugno 2016

Si presenta a visita di controllo avendo recuperato in toto il deficit motore sia su S1 che su L5, quest’ultimo il più grave all’ingresso e a destra. Per tutti oggi Forza = 5. Dolore assente. Ne consegue guarigione clinica.